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TAUNUS

Taunus

Nel 1971 il processo di ristrutturazione della gamma europea compie un ulteriore passo in avanti con la presentazione della Taunus TC, la nuova berlina di classe media.

Come già era accaduto nel biennio 1968-1970 per Escort e Capri, il progetto Taunus TC è sviluppato avvalendosi della stretta cooperazione tra filiale inglese e tedesca, sinergia fortemente voluta dalla casa madre al fine di render ancora più salda la propria posizione sul mercato europeo, divenuto sul finire degli anni sessanta, nodo di cruciale importanza.

Il suffisso TC, mai comparso fino all’ora nella vasta nomenclatura Ford, è l’acronimo di Taunus-Cortina e dal medesimo prende vita non solo la Taunus TC I, erede della precedente generazione Taunus M e destinata al mercato tedesco e del centro Europa, ma anche la terza serie della Cortina, autovettura che è commercializzata esclusivamente sul mercato anglosassone e solo in parte su quello belga e scandinavo.

La nuova avventura è quindi intrapresa nel rispetto di una mai tradita continuità produttiva, se infatti la Cortina è per definizione l’autovettura capace di associare alla produzione di massa i grandi successi sportivi ottenuti negli anni sessanta, viceversa Taunus è un nome storicamente legato alla produzione Ford tedesca sin dagli anni trenta e che viene ora, non a caso, nuovamente scelto dai vertici di Colonia anche al fine di omaggiare l’Hessen, operoso Land e regione geografica di antiche tradizioni sovrastata dal massiccio montuoso del Taunus.

La Taunus TC sarà prodotta fino al 1983, nelle tre serie che ci apprestiamo a descrivere.

Taunus TC I (1971-1975)

La TC I si configura all’interno della gamma come naturale erede della “Taunus Mesterwercht”, e proprio come la sua progenitrice è prodotta nelle tre versioni berlina, coupé e familiare.

Prima di addentrarci nella trattazione teniamo a sottolineare la totale autonomia progettuale della vettura in oggetto nei confronti della cugina Capri. Pur condividendo propulsori ed una minima parte di componentistica, sarebbe grave errore considerare l’una versione berlina dell’altra e viceversa. Sarebbe allo stesso tempo comunque assurdo negare le evidenti affinità tra i due modelli, offerti con la stessa formula e ad un target di clientela molto simile.

La linea

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I tecnici Ford donano alla Taunus TC un disegno piacevole ed accattivante. Nonostante i chiari richiami alla scuola d'oltre oceano la Taunus è progettata, sviluppata e costruita in Europa. Iniziamo quindi col descrivere i motivi stilistici comuni alle tre versioni (berlina, coupé e familare) Taunus TC I.

Perfettamente conforme allo stile statunitense Knudsen del periodo è la piccola pagoda a sviluppo verticale che spicca nel bel mezzo del frontale e che ad oggi risulta essere, insieme ai gruppi ottici, tra gli elementi identificativi di maggior rilievo della prima serie.

Tutta la sezione anteriore è nella sua complessiva impostazione frutto del sapiente equilibrio stilistico che sussiste tra tutti gli elementi che la compongono e che hanno reso celebre lo sguardo della Taunus TC I.

I proiettori anteriori sono perfettamente inseriti nella calandra ed hanno forma e composizione che varia in base all’allestimento. La calandra è a sua volta composta da più elementi orizzontali che, nella loro sezione centrale, seguendo l’andamento del cofano, definiscono la base della pagoda che genera sullo stesso cofano la nervatura che lo attraversa per tutta la sua lunghezza.

Al di fuori della calandra sono invece collocati gli indicatori di posizione che, di forma trapezoidale a sviluppo verticale, trovano alloggio all’estremità del lamierato.

Considerando la fiancata la linea di cintura risulta molto alta e lo spazio lasciato libero da tale posizionamento è impegnato dal motivo a rilievo che, dopo aver abbracciato i passaruota anteriori e posteriori, confluisce nella parte bassa della fiancata creando l’inconfondibile bombatura che rileva anche l’occhio meno esperto.

La versione più venduta in Italia è senza ombra di dubbio la berlina. Lunga 4,30 metri e caratterizzata dal particolare andamento della coda (bassa e spiovente rispetto al corpo vettura), risulta sicuramente molto più appariscente delle sue rivali Fiat 124 ed Opel Ascona, senza mai perdere l’eleganza che le appartiene per definizione.

Scarso è invece il successo ottenuto sul mercato nostrano dalla versione familiare. All’inizio degli anni settanta gli automobilisti si dimostrano molto poco interessati nei confronti di questo genere di vetture che, considerate nella stragrande maggioranza dei casi goffe quanto sgraziate, sono in linea di massima acquistate da famiglie molto numerose o da piccoli artigiani. Questo pregiudizio pesa chiaramente anche sulla diffusione della TC I familiare che, lunga circa 4,40 metri, è nel suo insieme vettura gradevole e capace di evocare, seppur con dimensioni di gran lunga meno impegnative, le mastodontiche cugine statunitensi concepite per il lungo cabotaggio.

Discorso a parte merita la Taunus coupè, autentica fast-back europea, destinata sin dal suo esordio ad una ristretta cerchia di appassionati. Con ogni probabilità i motivi stilistici comuni a tutte le Taunus trovano la loro massima esaltazione proprio in questa versione. Gli imponenti montanti posteriori, agevolati dal disegno piacevolmente asimmetrico dei cristalli laterali, si inseriscono nella fiancata dando origine, con l’ausilio della linea di cintura, il cui andamento cambia dopo aver lambito la maniglia, a quel codino che si muove fin verso il posteriore definendo così l’alloggio dei gruppi ottici posteriori.

Altrettanto rara da incrociare sulle nostre strade è la versione berlina due porte, piacevole variante sul tema, a suo tempo disponibile in Italia su richiesta e tutt’oggi ancora molto diffusa in Germania e nord Europa.

Su tutte le versioni il Taunus badge posteriore è integrato dall’identificativo di allestimento, che è riportato anche in un apposito spazio nel centro della calandra. Sulla fiancata anteriore sono invece collocati gli scudetti di cilindrata, uguali, solo nella forma ma non nel disegno, a quelli presenti sulla Capri.

Motori e allestimenti

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Sulla TC I trova spazio il consueto schema meccanico comune a tutte le Ford del periodo: motore longitudinale, trazione posteriore e impianto frenante misto con dischi sull’avantreno. L’impiego degli ammortizzatori anche sull’asse posteriore produce, congiuntamente ad un’ottima distribuzione dei pesi, benefici effetti sia in termini di tenuta che di comportamento su strada. Inizia a manifestarsi l’interesse verso l’importante tema della sicurezza passiva e così Ford decide di includere nella dotazione di tutte le versioni il piantone dello sterzo collassabile ed il volante ad assorbimento d’urto.

Per quanto riguarda le motorizzazioni il cliente può scegliere tra il 1300 OHC, il 1600 OHC (disponibile anche nella versione GT con carburatore doppio corpo e collettore di scarico sportivo), il 2000 v6 Cologne e il 2300 v6 Cologne con cambio manuale a quattro rapporti o automatico a tre, disponibile in Italia solo su richiesta.

L’accesso alla gamma è garantito dagli allestimenti “base” ed L che, troppo spartani, sono facilmente riconoscibili grazie ai fari anteriori tondi e ai cerchi in acciaio con borchia cromata.

Più curate sono invece le finiture della Taunus XL, sulla quale compaiono, oltre al tipico gruppo ottico anteriore di forma quadrangolare, il filamento cromato sui passaruota, gli specifici copriruota ed il tetto in vinile, disponibile, come la selleria in skai, solo su richiesta. Gli interni sono invece caratterizzati dagli inserti in simil-radica presenti sul cruscotto e sui pannelli delle portiere.

Il top di gamma è rappresentato dalle versioni GXL e GT che, spinte dalle motorizzazioni più importanti, sono offerte nelle sole versioni coupè e berlina.

L’allestimento GXL è l’abito più elegante indossato dalla Taunus; gli elementi che lo contraddistinguono sono il doppio faro anteriore (presente anche sulla GT), il tetto in vinile, la modanatura cromata sulla linea di cintura ed i cerchi in acciaio da tredici pollici (misura comune a tutte le TC I) di tipo rostyle.

Anche gli interni si confermano all’altezza e si rimane immediatamente colpiti dalla completezza degli strumenti di bordo data la presenza del contagiri e la scelta, non poco originale, di raggruppare sulla console centrale gli indicatori supplementari, assenti sugli allestimenti di fascia inferiore.

Alla Taunus GT è invece data una connotazione più sportiva che traspare da vari elementi quali gli specifici cerchi in alluminio a quattro razze con feritoie a sviluppo orizzontale (peculiarità dei primissimi esemplari), indicatori supplementari sulla console (come per il GXL), selleria in skai e sedili sportivi con poggiatesta integrato ai quali è associato il volante in pelle. La fiancata è volutamente spogliata della modanatura tipo GXL e del filamento cromato che cinge i passaruota mentre la mascherina, pur mantenendo la sola cornice cromata, è completamente nera.

Con il passare del tempo tutti gli esemplari sono gradualmente equipaggiati con cerchi in acciaio a otto fori (gli stessi montati sulla Capri Mk 1 facelift). Per poter parlare di restyling, peraltro molto leggero, bisogna infatti aspettare solo il 1974 quando cambiano il disegno della mascherina frontale (che rimane comunque cromata) e gli interni, che con il nuovo disegno del cruscotto (lo stesso che sarà impiegato anche sulle serie a venire) diventano molto più convenzionali. Restano immutati i contenuti degli allestimenti mentre l’offerta dei propulsori si adegua alle nuove esigenze del mercato: il Cologne 2300 v6 è ora disponibile solo a richiesta, e il Pinto 2000 OHC sostituisce l’ormai anziano Cologne 2000 v6.

Dopo quattro anni di onorato servizio la TC I esce di scena nel dicembre del 1975; determinati accorgimenti adottati sugli ultimi esemplari, quali la mascherina anteriore di materiale plastico e la nuova veste grafica dei fregi anticipano il passaggio di testimone in favore dell’attesissima Tuanus TC II, e molto probabilmente contaminano eccessivamente l’identità di una vettura che è vera icona degli anni settanta.

Qui a fianco potete vedere uno spot televisivo dell'epoca per il mercato tedesco

Taunus TC II (1976-1979)

Nella seconda metà degli anni settanta l’industria automobilistica europea adegua i propri prodotti alle mutate esigenze del mercato, aprendo così un’era produttiva interamente dedicata alla funzionalità e all’efficienza.

Con l’ingresso in listino della TC II, nei primi mesi del 1976, la Taunus diventa una vettura dalle linee molto più convenzionali e sobrie.

Completamente nuovo è il disegno del frontale, appare l’ovale Ford che troneggia sulla nuova calandra di materiale plastico che, definita nel suo perimetro da una cornice cromata, sancisce l’addio al celebre frontale Knudsen. Gli indicatori di posizione continuano ad avere sviluppo verticale ma sono ora posizionati nella medesima sede dei fari mentre la modanatura che attraversa il dorso del cofano cresce in larghezza diventando quasi impercettibile.

Il disegno della fiancata rimane sostanzialmente invariato e compaiono gruppi ottici posteriori di forma triangolare.

La TC II è offerta sul mercato italiano nelle versioni berlina (disponibile anche a due porte) e familiare con propulsori OHC (1300cc, 1600cc e 2000cc); il Cologne v6 continua ad essere disponibile solo su ordinazione. Esce di scena la coupé che continua ad essere proposta solo sul mercato Sud Americano riscuotendo ottimi risultati in Argentina.

I materiali impiegati sulla Taunus si confermano di buon livello e il grado di finitura varia, insieme alla dotazione di serie, in base all’allestimento scelto dall’acquirente.

Qui a fianco potete vedere uno spot argentino in stile corrida

Gli allestimenti cambiano denominazione ma mantengono i loro tradizionali contenuti; al vertice della gamma Taunus troviamo ora la Ghia e la S, che sostituiscono rispettivamente la GXL e la GT; in posizione intermedia troviamo la Taunus GL mentre nulla cambia per quanto riguarda l’accesso alla gamma, che continua ad essere assicurato dalle versioni “Base” ed L.

Taunus TC III (1979-1983)

Nel 1979 esordisce, accompagnata da una campagna pubblicitaria fortemente incentrata sui concetti di comfort ed economia di gestione, la TC III; l’ultima discendente della generazione Taunus è frutto di un sostanzioso intervento di aggiornamento a cui è sottoposta la precedente serie.

Confermato lo schema meccanico della TC II, le modifiche più importanti sono di natura prettamente stilistica e riguardano la mascherina anteriore, gli specchietti retrovisori, i gruppi ottici posteriori e i paraurti, che sono ora composti da vistose sezioni angolari di materiale plastico.

Offerta nelle versioni berlina e station wagon, la Taunus non perde la sua identità e si conferma vettura elegante quanto solida; nonostante la cronica assenza di cromature il livello delle finiture è sempre di buon livello ed è perfettamente in linea con la concorrenza. Gli allestimenti rimangono invariati nella dicitura e nei contenuti e sono completati dagli intermedi LS e GLS, entrambi di impostazione sportiva.

Criticata per il largo impiego di materiale plastico, che sicuramente non è in grado di esaltarne al meglio le linee, e prodotta in un periodo storicamente difficile, la TC III è nel suo insieme una vettura sincera ed affidabile, molto elegante negli allestimenti superiori e capace di rappresentare al meglio l’ideale anello di congiunzione tra gli anni settanta e ottanta. Con la sua uscita di produzione datata agosto 1983, la generazione Taunus TC, dopo dodici anni di apprezzato servizio, cede definitivamente il testimone alla Sierra, l’ultima berlina media a trazione posteriore prodotta dalla Ford.

Taunus TC e l'America Latina

Molto particolare e poco nota ai più è la storia che lega la Taunus TC al Sud America ed in particolare all’Argentina. Nel 1974, alla sua uscita di scena dal mercato europeo, Ford decide di proporre la Taunus TC I anche in America Latina continuando la produzione nello stabilimento di General Pacheco, situato nel distretto di Buenos Aires.

“El Chico de Ford” è lo slogan che nel settembre del 1974 accompagna il lancio della Taunus TC I sul mercato argentino dove è inizialmente offerta nella sola versione berlina quattro porte, negli allestimenti L o GXL/GT e con le motorizzazioni 2000 “Pinto” e 2300 “Cologne”. Nei primissimi mesi del 1975 compare anche la coupé, chiaramente proposta con gli stessi allestimenti e gli stessi propulsori della berlina.

La carriera della Taunus TC I termina definitivamente nel 1980, quando gli ultimi esemplari coupé sono proposti nel particolarissimo allestimento SP (con ogni probabilità acronimo di “Sport Production”) che, connotato da specifici optionals quali condizionatore, carburatore doppio corpo simultaneo, decals e mascherina anteriore di colore nero opaco, è da collocarsi al vertice della gamma. Ammontano a circa 100000 gli esemplari prodotti nello stabilimento di General Pacheco.

Nel 1981 l’uscita di scena della TC I sancisce la definitiva unificazione alla produzione europea con il lancio della TC III, proposta per il solo mercato sud americano anche in versione coupé. Rimane sostanzialmente immutata l’offerta dei motori mentre cambia, come in Europa, la dicitura degli allestimenti che divengono L, S, GT, Ghia ed SP.

La Taunus TC III si congeda dagli automobilisti argentini nel 1984, con un anno di ritardo rispetto al Vecchio Continente.

Qui a fianco potete vedere lo spot televisivo argentino con il rinomato slogan

In America Latina
TC I
TC III
TC II
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