VINTAGE FORD ROMA
Henry Ford II
Nei primi anni quaranta il contingentamento delle materie prime, la flessione dei consumi e la sfiducia che avvolge il mercato dell’auto segnano inevitabilmente le sorti delle “Big Three”.
Nel 1943 la famiglia Ford è inoltre colpita dalla prematura scomparsa di Edsel, unico figlio di Clara ed Henry Ford, che è a capo del gruppo dal 1918.
Dopo avere nuovamente ricoperto per un breve intervallo di tempo la massima carica di Detroit, il vecchio Henry decide di passare il testimone a suo nipote Henry II, primogenito di Edsel, che il 21 settembre 1945 è nominato Presidente della Ford Motor Company.
Henry Ford II, ufficiale della U.S. Navy in congedo, si insedia al vertice dell’azienda di famiglia e dà inizio ad un graduale quanto importante processo di innovazione strutturale e produttiva.
Orgoglioso della connotazione di “Family Company”, che sin dalla sua costituzione aveva caratterizzato la Ford, Henry II comprende da subito l’importanza di creare una nuova classe di dirigenti giovani e motivati.
Il profilo stilato corrisponde a quello di dieci ex ufficiali della U.S. Navy che, brillantemente laureati ad Harward, sono selezionati ed assunti dallo stesso Henry II al fine di ottimizzare i processi gestionali e ridurre al minimo l’inefficienza riscontrata in alcuni reparti.
I “Whiz Kids”, questo il soprannome dato loro dalla stampa statunitense, svilupperanno procedure interne di controllo e gestione che, orientate al raggiungimento di specifici parametri idonei ad attestare un soddisfacente grado di efficacia ed efficienza amministrativa, troveranno in seguito applicazione nei più svariati ambiti industriali.
del cantiere di Dagenham
del cantiere di Dagenham
Dal punto di vista operativo la produzione Ford si presenta ancora eccessivamente legata alla precedente generazione.
Il 3 luglio 1945 la famiglia Ford consegna al Presidente degli Stati Uniti d’America Harry S. Truman una Ford Super Deluxe Tudor, la prima vettura uscita dalla linea produttiva dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, suggellando così il ritorno alla normalità e l’immediata voglia di ripartire.
Già sul finire degli anni quaranta il ritrovato ottimismo rinvigorisce gradualmente il mercato dell’auto che nel 1953 esplode letteralmente con il lancio dell’eccezionale Corvette della GM.
L’auto da semplice mezzo di trasporto diventa ora strumento con cui dare conferma del proprio status sociale, nasce così il segmento delle “Personal Luxury Car” all’interno del quale la Ford esordisce sul finire del 1954 con la Thunderbird.
Nel 1956 la Ford diventa “Public Company” e nel 1959 con l’arrivo della berlina Falcon il percorso produttivo voluto da Henry Ford II appare ancora più chiaro.
I primi anni sessanta sono infatti incentrati su di un delicato processo di rinnovamento della produzione e del marchio che, sfumata l’acquisizione della Ferrari, si concretizza con la creazione dell’unità A.V.O., costituita appositamente per lo sviluppo del progetto “Ford High Performance”.
Il 1 aprile 1964 esordisce all’Auto Show di New York l’avveniristica quanto estrema Ford GT40 e a distanza di pochi giorni è sempre la Grande Mela ad ospitare la presentazione alla stampa dell’iconica Mustang.
con la nuova Taunus 17M
sulla copertina di Newsweek
con la nuova Taunus 17M
I grandi successi sportivi della GT40 sono ottenuti nel Vecchio Continente dove Ford, dopo la cessione nel 1954 della Ford France alla Matra, continua ad essere presente sia in Inghilterra che in Germania Ovest.
Forte della nuova immagine data al gruppo Henry Ford II decide quindi di puntare sul mercato europeo mettendo le storiche filiali di Dagenham e Colonia al centro di un importante processo di integrazione gestionale e produttiva che nel 1965 si concretizza con la presentazione del veicolo commerciale Transit, al quale seguiranno i grandi successi di Escort, Capri, Taunus TC e Fiesta.
Henry Ford II, celebre per il suo carattere duro quanto spigoloso, ha il merito di aver traghettato sapientemente l’azienda di famiglia nell’automobilismo moderno, riuscendo a coniugare l’efficienza produttiva auspicata dal nonno Henry con l’armonia stilistica ricercata dal padre Edsel.
Ritiratosi ufficialmente nel 1982 continuerà a seguire con l’abituale entusiasmo le vicende del Gruppo fino alla sua scomparsa avvenuta il 29 settembre 1987.