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Carrol Shelby

Carrol Shelby nasce a Leesburg, piccolo centro del Texas, nel gennaio del 1923.

Dopo aver conseguito il diploma si iscrive alla Georgia School of Technology ma già nel 1941 si arruola nella U.S. Air Force dove svolge servizio come pilota istruttore fino alla fine della seconda guerra mondiale.

Dopo essersi congedato sul finire degli anni quaranta Shelby inizia a gareggiare come privato nei tanti campionati di endurance, che si disputano negli Stati Uniti; la sua prima vettura è una MG TC.

Nel giro di poche stagioni riesce ad affermarsi e già nel 1954 partecipa alla 24 ore di Le Mans come prima guida per il team Aston Martin.

Nel biennio 1958 la Maserati lo chiama come collaudatore in Formula Uno dove, dopo essere nuovamente passato all’Aston Martin, gareggia fino al 1959 ottenendo risultati di scarso rilievo.

Chiusa la parentesi in Formula Uno proprio nel 1959 Shelby vince, insieme a Roy Salvatori, la 24 ore di Le Mans con l’Aston Martin DBR1, vettura con propulsore sei cilindri in linea su telaio tubolare prodotto nel Regno Unito dalla AC Cars.

Carrol Shelby sceglie quindi di concludere con questo successo la propria carriera da pilota, ma decide di rimettersi in gioco aprendo a Santa Fè un’officina dedicata esclusivamente alla preparazione di auto da corsa.

Consapevole dell’importanza che il telaio aveva avuto nell’ottimizzare le prestazioni della DBR1, Shelby contatta la AC Cars chiedendo la disponibilità di uno chassis su cui realizzare una roadster compatta ma dalle prestazioni estreme.

La AC Cars propone il telaio adottato sulla Ace, vettura due posti in produzione dal 1953 che, a partire dal 1961, è commercializzata in Inghilterra con il motore Ford sei cilindri in linea di derivazione Zephyr.

Messa da parte la possibilità di produrre in via del tutto autonoma una roadster basata proprio sul talaio dell’AC Ace, Carrol sottopone il progetto alla Ford che, proprio in quel periodo, sta valutando l’opportunità di entrare in grande stile nel segmento delle sportive dominato dalla GM con la Corvette.

Nel 1962 ha inizio la produzione della Shelby AC Cobra, nervosa roadster realizzata su telaio tubolare in acciaio AC e spinta da un v8 Ford small block da 4200 cc alimentato da quattro carburatori Weber; dopo pochi mesi subentra il propulsore V8 da 4700 cc che è adottato anche sulla seconda serie.

La Cobra è prodotta in pochi esemplari ed è impiegata dal Team Shelby, ma anche da molti privati, nelle tante competizioni che caratterizzano i primi anni sessanta diventando nel giro di pochi anni la vettura da battere.

Nel 1964, mantenendo la stessa impostazione tecnica della roadster, ne è realizzata anche una versione coupé che viene commercializzata come AC Shelby Cobra Daytona; per poter soddisfare i tanti ordini giunti in azienda una buona parte dei telai Daytona sono commissionati alla carrozzeria Grandsport di Modena.

Nello stesso periodo Carrol Shelby partecipa attivamente al progetto Ford High Performance ed è incaricato insieme a Roy Salvatori di supervisionare lo sviluppo della vettura che, sulla base del progetto Lola GT di Eric Broadley, porta alla nascita della GT 40.

Questa sinergia produce i suoi effetti anche sulla produzione di serie: nel 1965 la Shelby American Inc. allestisce una versione altamente performante della Mustang che, impostata sul corpo vettura della fast back, è commercializzata come Shelby Mustang 350 GT.

Il rapporto tra Shelby e la Ford si esaurisce nel 1970, ma le versioni di punta di molti modelli continueranno ad essere proposte in allestimento Cobra.

A partire dalla prima metà degli anni ottanta la Shelby American Inc. inizia a lavorare per conto di Chrysler al progetto "Viper", vettura che, riproponendo gli schemi tecnici e stilistici delle muscle car anni sessanta, entra in produzione nel 1992 con il marchio Dodge.

Nei primi anni duemila la Ford commissiona alla Shelby lo sviluppo di una concept con cui riproporre i tratti che avevano sancito il grande successo dell’AC Cobra; in occasione del Detroit Auto Show 2004 è lo stesso Carrol Shelby a liberare dal telo la Cobra Concept, super-car con motore V10 da 605 hp.

Nel 2005 la nuova generazione Mustang disegnata da J. Mays rappresenta un chiaro ritorno alle linee e ai volumi del passato, da questo momento in poi le versioni più performanti ed esclusive della Mustang, non per caso, tornano ad essere firmate Shelby.

Il 10 maggio 2012 Carrol Shleby si spegne all’età di 89 anni.

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