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1980 - 2000

Gli anni ottanta, l’impegno nei rally e il ritorno in Formula Uno

Il processo involutivo che avvolge l’industria automobilistica statunitense a partire dalla seconda metà degli anni settanta si trasforma in crisi a seguito dell’acuirsi della normativa federale antinquinamento e dell’ingresso sul mercato americano dei costruttori giapponesi, che propongono vetture compatte ed efficienti.

Gli anni ottanta iniziano quindi con la definitiva affermazione delle carrozzerie due volumi che in Europa sono già da qualche tempo molto apprezzate dato che la VW Golf, disegnata da Giugiaro, diviene sin dal suo lancio datato primavera del 1974 format al quale si uniformeranno gradualmente tutti i principali costruttori.

Nel 1980 arriva la Escort Mk3, che condivide con la serie precedente solamente nome ed alcuni propulsori: la trazione diventa anteriore e la carrozzeria è a due volumi e mezzo.

Al Salone di Francoforte del 1981 è esposto allo stand della Ford il prototipo Probe III che, sviluppato dalla Carrozzeria Ghia, anticipa gran parte dei contenuti proposti di lì a poco con la nuova berlina Sierra.

La Sierra, berlina due volumi e mezzo con trazione posteriore, si affaccia sul mercato nel 1982 sostituendo il Taunus TC 3 da cui, oltre ai motori Pinto Ohc, eredita anche gran parte della clientela.

In Formula Uno tornano ad essere protagoniste case come Ferrari e Porsche, il primo posto ottenuto nel 1983 da Michele Alboreto al GP di Detroit con la Benetton-Tyrrell 001 rappresenta quindi l’ultimo risultato di rilievo ottenuto dal DFV Cosworth ed un momentaneo disimpegno della Ford in questa competizione.

L’attenzione di molti costruttori va ora verso il Campionato del Mondo di Rally che nei primi anni ottanta, dopo il dominio assoluto di Fiat e Lancia, vede ora nell’Audi Quattro l’auto da battere.

Dopo i grandi risultati ottenuti solo pochi anni prima con le Escort Mk1 ed Mk2 RS, la Ford decide di cimentarsi nuovamente in questo genere di competizione e, partendo da un’auto di serie, avvia lo sviluppo di una vettura da poter omologare nel Gruppo B.

Così la tranquilla e paciosa Escort Mk3 è sottoposta ad una cura energetica da cui nasce la Escort RS 1700 T, prototipo a trazione posteriore che, prodotto in solo venti esemplari, adotta il nuovo motore turbo Cosworth BDT da 198 hp.

Nel 1982 la Ford sceglie però di sviluppare un’auto completamente nuova e nel fare questo prende spunto dall’esperienza vissuta nel triennio 1970-73 con la GT 70.

La Ghia, perfezionando alcune soluzioni già adottate sul prototipo Probe III, inizia lo sviluppo di una carrozzeria in materiale composito da abbinare al telaio progettato da Tony Southgate, ingegnere e collaboratore di Eric Broadley già nei primissimi anni sessanta.

Nel 1984 al fine di ottenere l’omologazione per il Gruppo B la Ford produce circa 200 esemplari di questa nuova vettura la RS 200, coupé due posti con motore centrale e trazione integrale. Caratterizzata da un’ottima guidabilità e da un’altrettanto pregevole distribuzione delle masse la RS 200 pesa 1050 chilogrammi e riceve in dote dalla Escort RS 1700 T il propulsore Cosworth BDT che nella versione stradale è allestito per erogare 258 hp.

Pur non riuscendo mai ad imporsi nel Campionato del Mondo, in quegli anni dominato da Audi e Peugeot, la carriera agonistica della RS 200 risulta sicuramente danneggiata dalla prematura quanto necessaria abolizione del Gruppo B datata 1986.

L’impegno nel WRC continua con il passaggio di consegne alla Sierra ma già sul finire degli anni ottanta si riaccende il feeling tra il Marchio Ovale e la Formula Uno, competizione in cui la Ford rientra gradualmente fornendo propulsori ad alcuni team minori tra cui la Tyrrel, March e Formula Benetton Ltd.

La partnership con la Benetton si rivela più che fruttuosa e raggiunge il suo culmine nella stagione 1994 che vede un giovane Michael Schumacher laurearsi campione iridato con la B194, monoposto motorizzata col propulsore Ford Zetec EC V8, e il piazzamento al secondo posto nel Mondiale Costruttori da parte del team Benetton-Ford.

L’esperienza in Formula Uno si esaurisce definitivamente nei primi anni duemila con la cessione del titolo sportivo della Scuderia Jaguar alla Red Bull Racing, l’ultimo podio in Formula Uno arriva nella stagione 2003, quando Giancarlo Fischella vince il GP del Brasile con la Jordan EJ 13 dotata di motore dieci cilindri Ford RS1.

Abbiamo voluto analizzare in queste pagine la storia di un’azienda che, dopo aver contribuito a rendere l’automobile un bene largamente diffuso anche tra le classi meno abbienti, ha saputo proporsi da outsider in settori che storicamente non le appartenevano diventando, talvolta, temibile concorrente di costruttori ben più blasonati.

Secondo molti il burbero Henry Ford I non avrebbe mai accettato una cambio di rotta del genere, ma sicuramente grandissima sarebbe stata la sua soddisfazione nel vedere i piloti delle sue Ford festeggiare sul podio.

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